Fede nel Futuro (parte 2)

Storie

Come te lo immagini il presente?

Leggi la 1ma parte ☝️

NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Non pensavo che il pranzo con Michael sarebbe finito in maniera così assurda. Dici che è il vino?

Aspiro una boccata d’aria come fossi stato in apnea e finalmente apro gli occhi, ma non capisco cosa vedo.

Sono angosciato e intorpidito.

Ho qualcosa davanti agli occhi. Con la destra mi tocco la faccia. Indosso un aggeggio. Provo a scostarlo un poco e noto che sono come degli occhiali elaborati, con lucette e fili sparsi, alcuni collegati alle mie tempie tramite ventose. Mi sento debole, ma sono facili da staccare.

Respiro affannosamente.

Dove sono?

Fede nel Futuro (parte 1)

Storie

Come te lo immagini il futuro?

Scoprirai quanto il pranzo con Michael, il tuo caro amico, sia un evento straordinario. Nel senso che diventa letteralmente l’inizio di eventi fuori dall’ordinario.

Il dolore dovrei sentirlo subito dopo.

Prima di perdere i sensi vedo la faccia di Michael deformata dal terrore che urla il mio nome.

Sento una piccola esplosione e non so se sia dentro o fuori di me.

Credo sia la prima volta che sbatto la nuca sul pavimento.

L’ultima parola

Storie

“La mia fidanzata una volta mi ha detto che quando sono sbronzo, sono più brillante, sensato.
No, non è vero: mi ha detto che solo quando sono ubriaco si sente compresa.
Ho smesso di bere.
Ci siamo lasciati.”

«Cosa stai facendo?». Non è una vera domanda, lo sa cosa sto facendo.

«Sto scrivendo un racconto».

«Tu? Adesso? Un racconto? E su cosa?». Non le interessa, deve solo rompermi i coglioni e no, non sono prevenuto, è che la conosco troppo bene.

Cerco di essere il più calmo possibile: «Per ora scrivo incipit di vario genere. Ho in mente un paio di…»

Urbano Favoloso

Storie

Lunedì 4 Dicembre 2017

Siamo rimasti a bocca aperta.
Era Estate.
Io ero veramente commosso, non pensavo potesse essere possibile un tale spettacolo. In pieno giorno, sotto il sole estivo di una giornata romana qualunque.

A fianco a me c’era Fra seduto, madido di sudore, composto ma visibilmente stupito.

Stavamo tornando da chissà dove, con la sua panda azzurra. Guidavo io.
Eravamo sfibrati. La canicola della città era asfissiante.
Il viaggio era durato ore o forse giorni, affrontando più volte la porta dell’inferno della civiltà, il Raccordo.

Sbattuto nel Futuro

Storie

Venerdì 24 Novembre 2017

«Quello che lei conosceva non esiste più!»

Me lo disse con un tono calmo, ma infastidito.

Il camice bianco gli dava quell’aria grave che non lasciava spazio a dubbi sulle sue affermazioni.

Non mi guardava mentre lo diceva.

Lo perforavo con gli occhi, sorpreso e un poco indignato, ma apparentemente non sembrava accorgersene. Fissava un monitor intento a digitare codici o parole o chissà cosa, sulla tastiera di un computer. Lettere componevano parole che in qualche modo mi riguardavano. Forse cose del passato.